A spasso tra i funghi della Ciavena Alta
La cresta che collega il Pizzo della Cazzana al Pizzo d‘Orsalietta, sopra Forglio in Val Bavona, è un susseguirsi di torri (o funghi) di ottimo gneiss. I suoi versanti sono ripidi e selvaggi, ricchi di testimonianze alpestri e di collegamenti arditi, ad esempio la cengia del Pisòm (1). La traversata integrale di tutte le guglie: Pizzo della Cazzana, Pt.2350, Ciavena Alta, Pt.2405, Pizzo d‘Orsalietta, è una lunga arrampicata di media difficoltà in un luogo dimenticato e fuori dal tempo.

Di queste creste si ha una visione magnifica dal sentiero per i Laghi della Crosa; in primavera, quando la valle si mostra di un verde sgargiante, il versante settentrionale è ancora scintillante di neve e ricorda immagini di vette himalayane. Dei primi salitori in cresta mancano informazioni precise, secondo Brenna (2) alcuni tratti sono stati esplorati da Aldo e Nora Cattaneo. Con questo articolo vogliamo rimediare all’assenza di informazioni complete e attuali riguardo questa logica ed elegante traversata, probabilmente già percorsa da altri in precedenza. La nostra avventura (3) comincia a Foroglio, con una salita ripida, diretta e faticosa al corte di Corte di Mezzo e di Cima della Cazzana, testimonianze di un disperato sfruttamento alpestre. Dalla cascina del Corte di Cima si raggiunge la cresta SSE del Pizzo della Cazzana per un versante pieno di alni e alcuni bei passaggi di arrampicata sulle rocce della parete N (itinerario 393a Guida CAS). Raggiunta la cresta si supera un singolare blocco fessurato: pochi metri di arrampicata, per nulla facili, con un precario ristabilimento su terriccio (IV grado, itinerario 339 Guida CAS). Dalla Cima del Pizzo della Cazzana 2349m si scende alla bocchetta su terreno misto a erba, passando nei pressi di una caratteristica finestra di roccia (itinerario 392, Guida CAS), gli ultimi trenta metri sono ripidi e impegnativi e conviene scendere con una corda doppia di 30m, si dovrebbe rintracciare un cordone lasciato in loco come ancoraggio sul versante meridionale. Da qui si prosegue superando il pinnacolo di quota 2350 m. e raggiungendo la vetta della Ciavena Alta (2394 m.) per un breve ed esposto diedro-fessura sul lato settentrionale. Questo tratto di cresta, anche se a tratti molto esposto, risulta più facile di quanto sembri da lontano e richiede tuttalpiù un buon occhio per trovare velocemente la via migliore (passaggi fino al IV grado). La cima della Ciavena Alta è unica: una placca di roccia compatta e spiovente verso i pascoli dell‘Alpe di Cranzünasc. La discesa dalla cima richiede una breve corda doppia (cordone) per superare un passaggio verticale (si segue a ritroso la via normale alla vetta, itin.389 Guida CAS). Raggiunta la sella erbosa si prosegue in cresta verso la quota 2405, qui si incontrano i passaggi più impegnativi e aerei dell‘intera traversata, con brevi aggiramenti generalmente sul lato settentrionale. La vetta (2405 m.) è bellissima e composta da un giardino di ciclopici macigni, di una geometria netta ed elegante: incredibili sculture naturali. Segue un tratto di cresta pianeggiante fino alla base della ripida cresta che conduce al Pizzo d‘Orsalietta (2476 m.). Anche qui le difficoltà si rivelano molto più moderate di quanto potesse sembrare da lontano e si limitano ad alcune decine di metri di bella placca (III grado). Dalla vetta si scende con attenzione sul ripido versante opposto, raggiungendo i dolci pendii dell’alta Valle di Bosco (itinerario 385, Guida CAS).

Note tecniche:
La nostra salita ha richiesto circa 9 ore da Foroglio fino al Pizzo d’Orsalietta, ci siamo assicurati solo raramente per risparmiare tempo. Se non si vuole rinunciare ad assicurarsi si calcoli tra le 12 e le 14 ore. Le difficoltà si aggirano alla quotazione D/IV della scala CAS, l’accesso al Pizzo della Cazzana da Foroglio è un tipico terreno per montnari esperti (EI), pieno di alni e ripidi pendii erbosi/rocciosi infidi. Oltre alla corda si consiglia qualche friend di media grandezza, fettucce per l’assicurazione e qualche cordino per attrezzare le discese in corda doppia. La prima metà della cresta presenta comode vie di fuga sul lato meridionale, raggiunta la cima 2405m non si ha altra scelta che completare la traversata. La traversata invernale è indubbiamente la prossima sfida di grande valore, per alpinisti tenaci e a mio parere difficilmente realizzabile in giornata.

Note e bibliografia:
(1) Aldo e Nora Cattaneo, Storie e sentieri di Val Bavona, Armando Dadò Editore.
(2) Giuseppe Brenna, Guida delle Alpi Ticinesi Volume 1, Ed. CAS. (3) Matteo Leuzinger,  Mattia Soldati,  Luca Auguadri, 20 giugno 2014

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